- "QUI COMINCIA LA VENTURA..." Storia più che ottuagenaria della via Sismondi e dei suoi eroi, nativi e non, attorno alla mitica Tabaccheria all'angolo
- Prologo
L'area della Via Sismondi (Milano, zona 4) nasce con la soppressione degli antichi binari ferroviari che raggiungevano da sud-est la Stazione Centrale, un tempo in Piazza Fiume (oggi P.zza della Repubblica) lungo i Viali Tunisia e Regina Giovanna, fatta spostare, a inizio anni '30, verso l'attuale posizione, e il conseguente riassetto urbanistico inteso dal regime a rilanciare il capoluogo milanese quale luogo dei punti internazionali in continuum di tradizione coi fasti rinascimentali della famiglia Sforza.
Gli edifici sono ancora radi e sparsi: qua e là laboratori, imprese artigianali e magazzini, case civili, cascinali sopravvissuti e molto spazio verde lungo tutto il perimetro a sud di Viale Argonne fra i poli alimentari del Motta (Viale Corsica) del Mercato delle Carni e del Verziere verso il centro e l'area Caproni (aeroporto Pensuti al Taliedo con l'estremo dell'Idroscalo) oggi compresa nell'attuale aeroporto di Linate.
Un'area di lavoro, di fatica, di idee e di movimento, dunque; di veglie, certo, ma anche di tranquillità, sospesa come impalpabile tra i villini residenziali che contornavano il futuro asse est cittadino affiancati alle case popolari avviate nella zona, ancora tutta da sfruttare nel senso urbanistico.
Una zona di sviluppo, si diceva, e nella nuova configurazione stradale la Via Sismondi prende il suo assetto, soprattutto da piazza Adigrat verso la periferia, presso il nodo con la Via Lomellina, parallela ai viali della circonvallazione e luogo di movimento incessante per lavoro e studio grazie alla vicinanza con Università e Politecnico.
La guerra, lungi dall'interrompere coi suoi drammi e distruzioni la stabilizzazione del quartiere, ne favorisce viceversa lo sviluppo che otterrà la massima espansione nei primi anni '50 quando, simultaneamente, emergono gli attuali edifici, numerosi e popolosi, unitamente alle nuove esigenze di socialità, accoglienza ed esistenzialità quotidiana maturati con l'assetto della nuova Repubblica e della rinascita culminati col boom economico del Paese.
La futura Tabaccheria semisecolare, allargata ora a bar secondo l'evoluzione dell'epoca, trova così sede a metà anni '50 all'incrocio con la Via Lomellina, proprio lungo il passaggio strategico della filovia (93) dall'asse esterno nord-sud a quello interno verso i corridoi di traffico metropolitano. Più in là, verso la via Negroli, aprono le Cantine Dateo, importatori del vino di Puglia, in questo a proseguire a livello commerciale la tradizione della storica mescita di Via Melzo, chiamata "Trani", dal luogo d'origine dei primi diffusi vini d'assaggio. Si commerciano Squinzano e Manduria, dall'alta gradazione, a soddisfare i palati degli assetati come quelli dei bevitori di piacere.
Siamo ormai ai primi anni '60 e due personaggi, in particolare, gravitanti sulla Via Sismondi, fanno parlare di sé per la classe innata, la fantasia, il garbo e lo stile, spesso ai limiti cerebrali. Si tratta di due amici, Enzo Jannacci e Beppe Viola, un medico e un giornalista, entrambi però artisti per vocazione e talento genuini. Nati nella seconda metà degli anni '30, non compressi dai limiti educativi della serietà formale di stampo antico ma edotti dallo spirito d'osservazione verso una società in evoluzione di costume come d'idee, esprimono, tramite la creatività personale, l'attesa artistica dell'epoca tra canzoni, testi, cabaret e messaggi al pubblico.
Mentre Jannacci alterna la professione agli spettacoli e ai primi grandi successi, Viola, maestro dell'ironia e acuto narratore, si fa un nome nel giornalismo sportivo sia tramite le testate classiche tra Guerin Sportivo e Gazzetta che presso la RAI dove il lavoro di commentatore e telecronista lo porta a diventare una delle personalità più caratteristiche e influenti del settore: famosa e umanissima la sua intervista al grande Nereo Rocco.
Mentre Jannacci mantiene l'ambulatorio all'angolo con Piazza Adigrat, Viola abita al 36, proprio sopra alla Tabaccheria che, nel tempo, vede un susseguirsi di proprietà. Chi scrive li incontrerà spesso nella tana di Gattullo, a P.ta Ludovica, la pasticceria notturna e "aperta" di Milano, talvolta impegnati in interminabili partite a poker nel sottoscala, tra whisky e sigarette, col collega Giorgio Gaber, la prima Ombretta Colli e altri meno noti session men dell'epoca; una volta anche l'eterna Ornella con un introverso Luigi Tenco, appena usciti dal locale anarchico di Via Custodi dove Strehler e Fo, con Piero Mazzarella e i "giocattoli" del Mago Zurlì (Cobelli, Castelnuovo e Soleri) si ritrovavano a parlar di tutto e concludere del possibile e del plausibile.
In contemporanea, da un'altra parte di Milano e precisamente in Piazza Prealpi, proveniente da Trani e curiosamente in sintonia coi vini delle ormai chiuse Cantine Dateo, viene ad aprire nel '68 il proprio primo locale meneghino la famiglia Ventura. Sono i coniugi Saverio e Mariangela con i figlii Rosa, Domenico e Maria. Sveglia antelucana, al canto del gallo, abitudine che verrà mantenuta per lustri, poi decenni: bar, tabacchi e caffetteria, entro una clientela composita e spesso proiezione dei malesseri di una società talora in crisi, dove, tuttavia, il duro ma costante lavoro ripaga con soddisfazioni e risultati tangibili. Risultati che porteranno, nell'80, all'acquisizione definitiva della Tabaccheria dell'angolo oltre all'abitazione, tre piani sotto a Beppe Viola, ormai padre di 4 figlie (la quarta neonata) e sempre più legato artisticamente a Jannacci (Quelli che... e, mitici, testo e colonna sonora di Romanzo Popolare, il memorabile film di Monicelli del '74 con Tognazzi e la Muti).
Sono i primi anni '80: assieme ai genitori sono rimaste le figlie Maria e Rosa fino al matrimonio di quest'ultima con Giovanni e il conseguente prosieguo in autonomia della nuova famiglia fino ai giorni nostri. 30 anni lunghissimi, con una breve interruzione a metà anni '90, e la creazione di un riferimento locale e sociale ormai imprescindibile nel tessuto di quartiere e di zona, stante ancora l'orario disponibile fin dall'alba a servizio dei turnisti (gli ultimi) e dei trasportatori oltre che degli avventori casuali in cerca di ristoro attratti dalle luci e dal calore del locale.
Una gestione famigliare, si diceva, ma rivolta ad una famiglia, ormai "allargata", comprendente i molti avventori di vecchia data, compreso, ancora, qualcuno dei mitici habitué di Piazza Prealpi.
Rosa Ventura, dopo aver ricevuto dal Sindaco Moratti e dalla Camera di Commercio la nomination ad honorem per i 25 anni di servizio, prosegue ora l'attività col marito e il figlio Vittorio che, nel 2013, ha organizzato la ristrutturazione del locale avviandolo ad una realtà comprendente tavola calda e happy hour, come richiesto dalle abitudini e dalle esigenze ultime per i servizi di accoglienza, accanto alle usuali attività di bar e tabacchi unite alla caffetteria classica.
- I personaggi avventori "... Quelli che la Via Sismondi..."
Beppe Viola, mancato prematuramente nell'82 a 43 anni, amava scendere per il caffè del mattino e scambiare quattro chiacchiere. L'amato Milan del golden boy Rivera, l'Inter orfana dei Moratti, la Juventus di Catella e Boniperti, la Nazionale di Bearzot (per la quale dissentiva da Gianni Brera) e gli spunti storici (unici, ahimé) maturati nell'amicizia e nella contiguità con un altro mito dello RAI, quell'Adone Carapezzi suo compagno di stanza, quel telecronista classico che ragguagliava, arrivando al traguardo sul sellino posteriore della moto al Giro il collega De Zan e che aveva condotto negli anni '70 la Domenica Sportiva: gli anni d'oro del giornalismo sportivo con Zavoli, Martellini, Ciotti e Ameri, eredi del monumentale e capostipite Nicolò Carosio.
Jannacci, trasferito da tempo in Viale Romagna, lo incontrava spesso sotto casa e venivano assieme a sfottersi: li si vedeva talvolta al balcone del 4° piano a "... parlà per nient..." assieme ad un altro inquilino del 38, quel Francesco Romei Longhena che per anni sarebbe stato manager di Enzo. Alle loro spalle, qualche volta, il Nobel Dario Fo, che tanta stima accordava e riceveva da quel gruppo memorabile di creativi.
Enzo, scomparso da pochissimo a 77 anni, lascia un figlio artista, Paolo, a continuare per spirito e voglia di cercare. Da tempo, con la salute a pezzi, frequentava solo il Bar Matricola, vicino a casa, sede, fino a pochi anni fa, di un piccolo cenacolo tra cultura, compagnia e mondanità. Ma sentiva la nostalgia, così raccontava a chi scrive Romei Longhena, anch'egli scomparso da qualche anno, dei vecchi tempi e degli amici, dispersi o mancati, così come dei loro punti d'incontro.
"Beppe, sì... quello che alla fine dell'anno scolastico si stupiva di essere stato respinto perché, dato il numero record di assenze, pretendeva di essere dato per disperso. Quello che correva allegramente il rischio di trasformare il fegato in una bottiglieria. Quello che diceva che i giardinetti di viale Argonne servivano a tenere insieme la nebbia fino all'alba e anche più in là..." (M.Pastonesi)
"Enzo... spesso impreparato all'istante successivo ma pronto a ripartire da lì per un altro luogo, un'altra idea. Un'altra vita, forse..." (F.Romei Longhena).
- Altri personaggi, noti e meno
Dal locale di Rosa Ventura (ora Venillo, così battezzato dal figlio Vittorio che, per il momento, ha messo da parte la propria laurea in Economia e Commercio) sono transitati diversi personaggi caratteristici del quartiere: da Cecilia Cappellini, scomparsa a 97 anni, prima ballerina di Totò (sua partner nel movimentato tango di Totò le Moko) e di Wanda Osiris, madrina artistica di Sandra Mondaini (nonché maestra di Gloria Paul) oltre che l'amica australiana, anch'essa a lungo residente al 38, Jane De Sury, Bluebell dei tempi d'oro.
Un tipico personaggio, avventore abituale del locale e conosciutissimo nel quartiere, è Bruno Giuffrida, "el pà di gatt", pensionato, classe '26, ex agente di commercio, impegnato quotidianamente - la borsa piena di croccantini e alimenti per felini - in lunghe camminate a sfamare e a condividere gli umori dei randagi del circondario o presso i giardini privati attorno a Viale Argonne.
Fino a qualche tempo fa era attivo un gruppo di accanitissimi giocatori di carte, formidabili adepti della battuta a punto, quasi tutti gestori di attività commerciali del quartiere, tassisti in intervallo o appassionati sinceri del tavolo verde: personaggi particolari come i protagonisti di un film, western o thrilling, dove carattere e personalità prendono significati intensamente collegabili all'alea del gioco sia nel piacere della vittoria così come nel disappunto della sconfitta.
A questi affezionati, ormai in via d'estinzione, si affianca un gruppo di avventrici femminili molto affiatato e relazionato che comprende il personale titolare e di supporto legato alle attività commerciali di moda, sartoria, abbigliamento, calzature e profumeria site tra le vie Sismondi e Lomellina. Un femminile classico, assolutamente non superficiale, ricco di spunti e di humour.
Un interessante personaggio femminile, in particolare, è stata l'artista inglese Sandra Coe, ora trasferita a Melbourne, che per almeno vent'anni è transitata a colazione dal locale facendo risuonare la voce argentina e squillante dal tipico accento.
Personaggi unici nella loro peculiarità sono, infine, soprattutto i titolari Rosa e Giovanni: lei lavoratrice imperterrita, al limite dello stakanovismo per quanto innamorata della propria quotidianità, comunque di buon umore e attenta al dialogo coi clienti, lui più spesso silenzioso ma ironico osservatore, dedito ad esprimere con lo sguardo i giudizi verso le situazioni che vengono a realizzarsi nel corso della giornata. Una coppia complementare, in equilibrio con la vita e le proprie aspettative.
II locale, da sempre a gestione famigliare e che, al momento, si avvale anche dell'aiuto di Massimiliano e Donato, si avvia a percorrere il quarto decennio, così come Rosa Ventura si appresta a toccare, a breve, il mezzo secolo di servizio nell'attività. Un punto fermo per il quartiere, a tutte le ore così come per tutte le esigenze che di volta in volta richiedono presenza di spirito e buon senso; allo stesso modo aperto a tutte le istanze propositive nell'ambito sociale e della comunicazione a sostegno.